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Reels e YouTube Shorts sfidano TikTok

La crescita di TikTok sembra inarrestabile, ma la risposta americana, con un anno di ritardo, è arrivata: ecco le contromosse di Facebook e Google.

Uno scenario piuttosto competitivo

Qualche settimana fa vi abbiamo parlato di TikTok e della sua grande crescita, sia in termini di download dell’app sia di utilizzo da parte dei brand.

E secondo voi gli altri colossi del mercato potevano rimanere a guardare? Hanno “studiato” e analizzato TikTok per quasi un anno dal suo lancio in Italia, per integrare nelle loro piattaforme alcuni meccanismi molto simili al social network cinese.

Approfittando dei problemi di privacy che ha avuto TikTok in diverse parti del mondo (specialmente in America e India), Facebook e Google hanno lanciato le rispettive sfide all’app cinese.

Vediamo insieme quali sono e come si stanno muovendo gli americani per recuperare terreno in questa fetta di mercato.

Reels, la risposta di Instagram: cos’è e come funziona

Da Menlo Park, in realtà, era già stato lanciato sul mercato un primo “clone” di TikTok nel 2018, ovvero Lasso (Facebook): il tentativo è stato a dir poco fallimentare e hanno scelto di chiuderlo quest’estate proprio per dedicarsi totalmente al nuovo lancio. 

La vera contromossa di Zuckerberg, quindi, è arrivata il 5 agosto con Reels, l’ultima funzionalità arrivata in casa Instagram che ti permette di registrare video di 15” o 30”, personalizzando audio, effetti visivi e nuovi strumenti creativi.

Creare un Reel è molto semplice: quando si aggiunge un nuovo contenuto o una nuova storia basta selezionare, appunto, l’opzione “Reel”. In seguito appariranno tutte le opzioni per personalizzare il vostro video, tra cui:

    • l’audio, scegliendolo dalla libreria musicale di Instagram o utilizzando un vostro audio originale
    • gli effetti di realtà aumentata realizzati da Instagram e dai creators di tutto il mondo
    • il conto alla rovescia fino a 10” per registrare le clip senza avere lo smartphone in mano
    • la velocità per accelerare o rallentare una parte del video

Per condividere i Reels è sufficiente pubblicarli nelle Stories o nel Feed e, se avete il profilo pubblico, farvi scoprire dalla community di Instagram tramite la sezione Esplora.

È (quasi) una copia di TikTok, vero? Praticamente sì, a parte qualche differenza: ad esempio, su TikTok si possono fare video fino a 60” e anche duetti con altri tiktokers, vedere video degli altri utenti senza aver creato un proprio profilo… tutte caratteristiche che, al momento, non sono presenti su Instagram. Al contrario di TikTok, Reels può sfruttare a suo vantaggio il fatto di essere una nuova funzionalità di un’app già “rodata” da diversi anni e che è ai vertici nella classifica dei social network più utilizzati in tutto il mondo.

Zuckerberg ci proietta, così, in uno scenario completamente diverso, esclusivo, totalizzante: i Reels, assieme a IGTV, Live e Stories, vanno ad ampliare ulteriormente l’ecosistema “Instagram”, in cui valorizzare la modalità di fruizione dei contenuti e l’esperienza dell’utente rimangono le priorità assolute.

Reels vs TikTok: quale scegliere nella propria strategia di marketing?

“Non escludere nessuna delle due” sembra essere al momento la risposta più sensata: basti pensare al fatto che i creators non hanno deciso quale dei due social utilizzare e le rispettive app non richiedono l’esclusiva. 

Come già saprete, la scelta dipenderà molto dall’obiettivo che si vuole raggiungere, ma bisogna considerare anche il target a cui ci si vuole rivolgere. Se da un lato, infatti, TikTok è sicuramente l’app per la Gen Z (il 41% degli utenti ha tra i 16 e 24 anni), su Instagram la fascia d’età che conta il maggior numero di utenti è compresa tra i 25 e i 34 anni (35%). 

Considerando che TikTok è un “treno” che sta viaggiando a folle velocità e la sua corsa sembra inarrestabile, Instagram, nonostante sia entrata nel mercato italiano dei video brevi un anno dopo il suo rivale, sta provando quotidianamente, grazie anche ai feedback degli utenti, a recuperare terreno.

Ad esempio, per fronteggiare l’iniziale upload dei video da TikTok, Zuckerberg ha risposto con una sola parola: algoritmo. I Reels fake vengono penalizzati dall’algoritmo: questo significa minor possibilità di apparire nella sezione dedicata ai Reels o in Esplora, proprio per disincentivare questa scorciatoia.

 

E sulla parte di advertising come si stanno comportando?

 

Da un lato, Instagram ha recentemente lanciato il Branded Content tag per i Reels, per garantire massima trasparenza nelle pubblicazioni degli influencer, ed è pronta a testare nei prossimi mesi lo shopping anche su questa funzionalità. Dall’altro, TikTok ha annunciato una partnership con Shopify per raggiungere i suoi utenti tramite in-feed shoppable video ads, provando quindi a mettere il bastone tra le ruote nel territorio di Zuckerberg.

Il social network americano, quindi, ha l’obiettivo di ampliare il proprio target, cercando di includere anche la Gen Z, mentre l’app cinese punta ad espandersi nel mondo dell’e-commerce.

Entrambi possono aumentare la visibilità e dare spazio all’intrattenimento, ma sono anche (e soprattutto) strumento di business, in quanto i video che vengono creati sono considerati prodotti accattivanti e quindi efficaci sul pubblico.

Anche Google all’attacco di TikTok: il lancio di YouTube Shorts

Chi poteva fare la parte del “terzo incomodo” se non Google?

Mountain View non è rimasta a guardare e sta pian piano cercando di inserirsi in questa sfida che al momento vede sul “ring” solo due player. Dopo aver clamorosamente fallito con Google+ (chiuso l’anno scorso), la scelta non è stata quella di creare un’app da zero, ma piuttosto di puntare su un cavallo vincente, ovvero YouTube (non a caso la piattaforma “regina” dei video). 

Disponibile al momento solo in India (Paese con milioni di potenziali clienti e in cui TikTok è stato vietato), l’ultimo arrivato in casa Google si chiama YouTube Shorts e permette di creare video brevi della durata di 15”. Déjà vù?

Molto simili ai suoi rivali sono anche le possibilità di personalizzazione: dal timer alla velocità del video, passando per la musica personalizzata e l’opportunità di unire più clip in un unico video grazie ad una telecamera multisegmento, il vero grande punto di forza rispetto a TikTok e Instagram. Negli altri Paesi si parla di un rilascio nel 2021, ma chi vorrà caricare video brevi potrà già farlo nella versione classica con l’hashtag #Shorts, attraverso cui i video andranno direttamente nella sezione dedicata.

YouTube, però, è ad oggi più una piattaforma di informazione che di intrattenimento, dove gli utenti sono disposti anche a spendere qualche minuto del proprio tempo per risolvere un problema. Ma la decisione di puntare su questa app ha un grande vantaggio: l’accesso alla libreria musicale di YouTube (al momento 100.000 brani disponibili per questo formato), che non ha eguali.

La sfida nel mondo dei video brevi, quindi, sembra essere solo all’inizio. E proprio per questo motivo sarebbe interessante, nonchè utile testare tutti e 3 i player di mercato: solo così riuscirete a capire qual è quello più adatto al vostro brand o al vostro prodotto. Altrimenti, potete adottare il piano “b” decidendo di rimanere a guardare come si muovono i vostri competitor e poi pensare eventualmente di copiarli: Instagram in questo modo è riuscito a surclassare Snapchat (con le Stories), ma non è detto che ci riuscirà anche questa volta.

E voi siete disposti ad aspettare? E, soprattutto, sarete in grado poi di salire su un treno in corsa?

A CURA DI

CLAUDIA GIUNZIONI
CLAUDIA GIUNZIONI

Digital Marketing Consultant @ H-FARM Digital Marketing

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