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Data Visualization: rendere accessibili i dati per una strategia data driven

La Data Visualization è un linguaggio visivo che ambisce a rappresentare la natura intangibile del dato per renderlo accessibile. Come funziona e come si integra in una strategia di digital marketing?

Che cos’è la Data Visualization

Noi esseri umani per natura amiamo le immagini, siamo creature visive, il nostro cervello elabora le immagini circa 60.000 volte più velocemente del testo. Compiamo in media dai 3 ai 5 movimenti oculari al secondo, circa 4,5 miliardi di movimenti oculari in una vita. Ogni terzo di secondo il nostro cervello prende una decisione, stabilendo cosa guardare immediatamente dopo. Lo scopo del movimento degli occhi è quello di focalizzare l’attenzione sulle informazioni pertinenti e interessanti nel campo visivo. In altre parole, è un processo attivo di esplorazione e percezione dell’ambiente.

La Data Visualization è un linguaggio visivo che ambisce a rappresentare visivamente la natura intangibile del dato per renderlo accessibile. Sfrutta le capacità visive dell’uomo con lo scopo di semplificare concetti complessi, identificando pattern difficilmente comprensibili in altri formati. 

La sua forza è la capacità di creare nuovi punti di vista, tradurre i numeri in informazioni utili e utilizzabili, mostrare dimensioni multiple e relazioni. I fenomeni che ci circondano, di cui i dati ci parlano, sono di difficile comprensione, il design non può essere applicato come semplice ritocco estetico, nel tentativo di semplificare la complessità; è necessario trovare un equilibrio tra forma e fun­zione.

Perché applicare la visualizzazione dei dati al digital marketing?

La conoscenza dei dati rappresenta nuove opportunità, è possibile osservare un fenomeno e comprendere i comportamenti e gli eventi che l’hanno generato. Un approccio Data-driven diventa un’opportunità nella risoluzione di problemi, quantificando cause ed effetti di un determinato fenomeno.

Generare dati è un’esperienza in cui siamo quotidianamente immersi, la diffusione della rete ha permesso al genere umano di essere “Always Connected”. I dati digi­tali rappresentano particelle di informazioni, esperienze e sensazioni che giornalmente gli utenti generano e che la rete silenziosamente registra. Un’opportunità da cogliere per poter comprendere i fenomeni che ci circondano, grazie all’acquisizione di nuove conoscenze basate su informazioni reali, che rappresentano un significativo vantaggio per guidare e ottimizzare i processi decisionali.

La responsabilità del designer

I dati non sono solo numeri, ma rappresentano storie reali. Possono assumere aspetti diversi, alcuni più interessanti altri meno avvincenti. Il significato muta in funzione di come i dati vengono messi in relazione e come sono esposti.

La progettazione grafica di una data visualization è il terreno che il designer prepara per permettere ai lettori di interpretare i dati messi a disposizione. Per i lettori è difficile sapere quali domande porre quando si non conoscono i dati rappresentati. La responsabilità del progettista è quella di creare il contesto in cui essi sono immersi, dar valore alla storia che si sta raccontando, rappresentandola con uno scopo ben preciso. Bisogna prestare attenzione ai propri obiettivi, non lasciare nulla al caso; nei dati si può annegare, ma con degli obiettivi mirati si costruiranno basi più solide, permettendo all’utente di comprendere appieno il messaggio che si vuole comunicare.

La data visualization come supporto alla customer experience

Oggi, sempre più aziende realizzano che il vero vantaggio competitivo si basa sul creare un’esperienza per il cliente che sia coinvolgente, personale, veloce, facile e utile.  Nel mercato digitale, i clienti sono più esigenti che mai. Le aziende hanno quindi il compito cruciale di raccogliere e interpretare i dati dei clienti per ottimizzare al meglio la customer experience.

 

Immaginiamo di voler analizzare come hanno luogo le interazioni di ogni utente nella sua customer experience digitale. Nell’esperienza di acquisto online ciascuno di noi lascia tracce del proprio percorso, che tocca molteplici touchpoint, i quali probabilmente condurranno alla conversione. I touchpoint non sono altro che messaggi, pubblicitari e non, in cui ci imbattiamo prima di effettuare un acquisto online. 

Nella visualizzazione del video abbiamo utilizzato il Sankey diagram per scomporre i percorsi: il grafico è composto da nodi e flussi, nel nostro caso ogni nodo rappresenta un media, i flussi invece rappresentano i percorsi degli utenti, sarà facile dunque identificare quanti e quali sono i touchpoint che hanno condotto alla conversione.

I percorsi di ogni utente, possono essere infiniti, diversi in termini di interazioni e tempistiche. Scomporre i percorsi consente di stimare l’impatto effettivo delle campagne, comprendere i trend e massimizzare i risultati.

Analizzare i dati e confrontare tali risultati con il processo decisionale è un’opportunità, che porta maggiore soddisfazione e lealtà a lungo termine, può inoltre trasformare la capacità di un’azienda di essere agile e, soprattutto, redditizia. 

Sei curioso di saperne di più? Contattaci e scopriamo cosa possiamo fare insieme.

A CURA DI

ANNALAURA CANNAVÒ
ANNALAURA CANNAVÒ

Data Visualization Designer @ H-FARM Digital Marketing

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